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Testa, cuore, mani

Nella tradizione del Satyananda Yoga diciamo che Yoga significa integrare le facoltà di testa, cuore e mani.

Queste tre facoltà devono essere coltivate, risvegliate e nutrite per sviluppare al massimo la capacità espressiva della vita.

La bellezza dello Yoga non è altro che la contemplazione e il culto della vita umana.
Non è una forma di ginnastica, non è una filosofia che contiene idee astratte né una religione, non comporta alcun dogma. Si tratta di un insieme di sistemi pratici che è possibile incorporare nella propria vita quotidiana.

La pratica dello Yoga mira allo sviluppo dell’intera personalità umana, aiuta ad acquisire una visione equilibrata e bilanciata fra le esperienze esterne ed interne, per gestire bene la propria vita e avere la possibilità di esprimere il proprio potenziale creativo.

Il Metodo Satyananda segue una progressione armonica permettendo ai praticanti di fare esperienza di maggiore stabilità, pace, forza, salute e benessere; gli effetti vengono assimilati in modo graduale e con sicurezza, rendendo lo Yoga accessibile e benefico per tutti.

 

“Risvegliare e sviluppare le facoltà di mente, cuore e mani significa che bisogna sviluppare e scoprire una parte migliore di voi stessi. La possibilità di migliorare è già in voi", diceva Swami Satyananda. La possibilità di miglioramento è costante e continua, non finisce mai. Tu pensi di non poter migliorare più solo quanto la tua mente diventa stagnante.

"Se riuscite a rimanere ottimisti, positivi e creativi, equilibrati nelle emozioni e nei pensieri, allora un nuovo voi emerge dalle ceneri di quello vecchio. Quel nuovo voi è lo yogi". Questo è il viaggio yogico di cui Swami Sivananda parlava e questo è il viaggio yogico a cui Swami Satyananda ci ha iniziato”.

Lo Yoga di testa, cuore e mani è stato il tema dei satsang che Swami Niranjanananda ha tenuto nell’ottobre 2010 a Ganga Darshan.

 

Swamiji ha spiegato come può avvenire uno sviluppo integrale nel momento in cui creiamo uno stato armonioso della mente e delle emozioni comprendendo la natura essenziale di queste facoltà e seguendo una procedimento per la loro trasformazione, insieme all’acquisizione di una nuova prospettiva nel metterle in pratica.

 

Testa, cuore e mani, questi sono i livelli sui quali lavoriamo con noi stessi: testa – intelletto, cuore – sentimenti, mani – azione.
La conoscenza è la qualità della testa.
Tenerezza di sentimenti, tenerezza che possiamo chiamare compassione è la qualità del cuore.
E un comportamento appropriato, un’azione adeguata a ciò che la situazione e le circostanze richiedono, è l’espressione del carattere e del comportamento umano.
Il conseguimento di queste tre cose rende una persona felice, saggia e in salute. Così noi dovremmo diventare consapevoli che noi stessi siamo responsabili della nostra felicità.
Noi tendiamo a diventare schiavi del dolore, delle nostre sofferenze, e questo non è il giusto atteggiamento da tenere nella vita.
Quando siamo schiavi delle nostre sofferenze, ci identifichiamo con la debolezza, con le limitazioni, con le parole “non posso”; ma quando siamo identificati con la forza, l’intera percezione cambia nell’identità con le parole “io posso” Nella bontà, la forza di volontà diventa predominante e nel dolore, invece, diventa predominante la mancanza di volontà.
Quindi l’aspirazione dovrebbe essere, dalla prospettiva dello yoga, la determinazione ad espandere gli orizzonti dell’intelletto, delle emozioni e delle realizzazioni.
Almeno per le persone che perseguono lo yoga, questo dovrebbe essere il sankalpa.

 

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